Falsi dipinti «Kisling» e «Modigliani-Kisling» esposti a Palazzo Ducale, Genova, 2017

Chiusura anticipata dell’esposizione «Modigliani» al Palazzo Ducale di Genova nel 2017.

Riassunto dei fatti:

Il 16 marzo 2017, l’esposizione «Modigliani» viene inaugurata al Palazzo Ducale di Genova.

54 presunti dipinti dell’artista vi sono presentati, 3 dipinti vi sono aggiunti, presunte opere di collaborazione tra i pittori Amedeo Modigliani e Moise Kisling, più 3 dipinti portanti una firma “Kisling”.

I curatori dell’esposizione Rudy Chiappini, Dominique Vieville e Stefano Zuffi ringraziano in prima pagina Joseph e Johanna Guttmann per la loro collaborazione attiva nella realizzazione di questa prestigiosa esposizione.

Page de garde du catalogue d’exposition « Modigliani »

Alcuni esperti italiani hanno sollevato dubbi sull’autenticità di diversi dipinti che i curatori hanno presentato come opere di Modigliani:


Genova, sospetto di falsi nella mostra Modigliani.

Due critici d’arte, un italiano e un francese, mettono in dubbio l’autenticità di un terzo delle tele del Maestro esposte a Palazzo Ducale.

La manifestazione si è aperta il 16 marzo a Genova a Palazzo Ducale nell’entusiasmo generale.

«La Repubblica» ha parlato di “Modigliani show”, mentre «La Stampa» celebrava l’enfant du pays, diventato un genio a Parigi, il “pittore livornese che si era fatto apprezzare dal bel mondo”.

In realtà Amedeo Modigliani, morto a 35 anni in miseria nel 1920, in vita conobbe una celebrità molto limitata.

Molte opere presenti sono state prestate da vari musei europei, di Anversa e Parigi (Museo Picasso, Beaubourg, l’Orangerie). Insomma la mostra che durerà fino al 16 luglio si preannunciava essere in grande stile.

Tuttavia, da alcune settimane, l’ambiente dell’arte italiano si agita intorno ad una grande polemica che ha generato l’apertura di un’inchiesta da parte del procuratore di Genova. Il caso è stato sollevato dal critico d’arte Carlo Pepi che sulla sua pagina Facebook mette in dubbio l’autenticità di diverse opere d’arte esposte. Pepi, in Italia, non è uno sconosciuto: questo collezionista autodidatta divenne noto nel 1984 nell’ambito di un caso che sarebbe poi passato ai posteri come “la burla di Livorno”.

Per i 100 anni della nascita del pittore, il Comune di Livorno cercò di verificare la leggenda per cui l’artista avrebbe gettato diverse sculture nel Fosso Reale del porto della città. Dragando il fondo del canale gli agenti trovarono tre teste scolpite, che subito vennero attribuite a Modigliani.

Carlo Pepi esternò i suoi dubbi a riguardo e, pochi giorni dopo, tre studenti dichiarano di aver realizzato una di queste tre opere, prima che un artista locale annunciasse di essere l’autore delle altre due.

Questo scandalo costò il posto al sovrintendente della Galleria d’Arte Moderna di Roma e alla conservatrice del Museo della Città di Livorno.

 Una preda ideale

Forte di questa  prova di sagacia e di incontestabile conoscenza di Modigliani, Pepi afferma che almeno tredici delle opere esposte a Genova, ovvero un terzo del totale, siano sospette. Dopo aver chiesto il ritiro delle tele controverse gli organizzatori della mostra rispondono:  Rudy Chiappini, membro del comitato della direzione internazionale della mostra, qualifica queste accuse come “infondate e pretenziose” prima di aver evocato l’assenza di pubblicazioni scientifiche di  Pepi e l’ombra di una strumentalizzazione politica…

Il francese Marc Restellini entra allora in scena: afferma di aver trasmesso ai carabinieri un dossier che dimostra l’ampiezza della frode. Questo storico dell’arte, che organizzò nel 2002 la mostra al palais du Luxemburg è considerato come il più grande esperto dell’artista, ha repertoriato 400 delle sue opere e individuato 200 falsi. “Nessuna provenienza seria/attendibile è stata fornita per queste opere incriminate in mostra a Genova” afferma, e che dire delle opere che appaiono in un catalogo degli anni ’90 di Christian Parisot, esperto, più volte condannato dalla giustizia? Il ritratto di Sutin è falso, l’ho avuto fra le mani, anche il suo proprietario lo sa”.

In mancanza di detentori dei diritti che possano veramente esercitare un diritto morale, l’opera di Modigliani è diventata la preda preferita dei falsari. La quotazione astronomica raggiunta dall’artista nel 2015 con il Nudo sdraiato aggiudicato per circa 160 milioni di euro a New York ha fatto nascere  diverse vocazioni.

Quando un Modigliani controverso viene esposto di fianco ad opere dalla provenienza/autenticità incontestabile,  i visitatori sono ingannati, le équipes scientifiche colte in difetto, ma le opere acquisiscono una patina di rispettabilità, una truffa in stile classico ma che con Modigliani mette in gioco diverse decine di milioni di euro.


I Modigliani esposti a Genova sono falsi?

Fino al 16 luglio prossimo, Palazzo Ducale a Genova dedica una mostra monografica ad Amedeo Modigliani. Il critico d’arte Carlo Pepi ha messo in questione l’autenticità di circa un terzo delle opere esposte.

L’opera di Amedeo Modigliani è celebre per aver generato molti falsi, spesso si dice a questo proposito che l’artista abbia dipinto di più dopo la morte che in vita.

Oggi, in occasione di una mostra monografica a lui dedicata a Palazzo Ducale a Genova, l’autenticità della sua opera pone di nuovo dei dubbi: Carlo Pepi, storico e collezionista di Modigliani stima che almeno tredici delle opere esposte siano di dubbia autenticità. Quest’ultimo ha un buon occhio per scovare il falso: fu il solo a contestare l’autenticità delle tre teste di Modigliani ritrovate a Livorno nel 1984 che si rivelarono in seguito non essere autentiche.

Oggi queste dichiarazioni rimangono delle ipotesi, “le accuse [di Carlo Pepi] sono infondate” afferma Rudy Chiappini, curatore della mostra. Il dibattito che è cominciato nel mese di maggio resta quindi aperto.



Testo di Marc Ottavi:

Nel giugno 2017, dopo aver visitato l’esposizione di Palazzo Ducalo, ho indirizzato ai responsabili dell’esposizione, Claudia Bovis e Matteo Fochessati, una semplice lettera informandoli che tre dipinti portanti la firma “Kisling” (n° 34, 40 e 41 del catalogo) erano dei falsi.

Inoltre, 3 dipinti sono presentati come delle opere di collaborazione dipinte in comune da Modigliani e Kisling (n° 37, 38 e 39 del catalogo), sebbene siano firmati con entrambi i nomi, sono anch’essi dei falsi.

Il 19 giugno, fu una sorpresa scoprire che il Sig. Rudy Chiappini, il curatore, mi aveva risposto per via stampa nel “Il secolo XIX” con un articolo intitolato “Peccato per Ottavi”, noi abbiamo i certificati di Jean Kisling.

Il 20 giugno 2017, risposi a Sig. Chiappini che una menzogna ripetuta 100 volte non fa una verità, e che un dipinto falso esposto 100 volte non ne fa l’autenticità:


Il 5 luglio 2017, ho pubblicato un comunicato stampa invitando alla scoperta dell’esposizione il cui interesse era il confronto tra vero e falso, possibilità raramente offerta ai visitatori:

Dipinti falsi « Modigliani e Kisling » a Genova

Magnifica mostra « Modigliani », a Genova, in cui per una volta in un museo il pubblico potrà ammirare, gli uni di fianco agli altri, autentici dipinti di Modigliani (alcuni dei quali in prestito da musei francesi) e alcuni dipinti falsi erroneamente attribuiti al maestro Livornese.

Questa rara occasione per “farsi l’occhio” e per distinguere l’autentico dalla copia, è da cogliere prima del 16 luglio, data in cui è prevista la chiusura ufficiale della mostra, salvo il caso in cui l’esperta giudiziaria Isabella Quattrocchi, nominata dal procuratore aggiunto Paolo D’Ovidio nell’ambito dell’inchiesta da lui condotta, non provveda per una chiusura anticipata.

Tutto ciò sarebbe disdicevole poiché in questa mostra, l’appassionato come il professionista hanno la possibilità di educare l’occhio e di effettuare una selezione, operazione fin’ora riservata agli esperti delle case d’asta.

Una volta sul posto, dimenticate la sontuosa cornice di Palazzo Ducale e fate astrazione delle luci che tendono a schiacciare e uniformare i dipinti sotto una pioggia di luce calda. Immaginate, quindi, i dipinti all’esterno, alla luce del sole e osservate e confrontate le differenze di trattamento e di resa tra ogni opera, tenendo conto del fatto che Modigliani, come Kisling, ha sempre infuso nei suoi modelli o nelle sue composizioni un respiro vitale.

Tra i capolavori autentici, potrete vedere anche tredici opere false di Modigliani (secondo Marc Restellini), tre falsi dipinti di Kisling e, rarità, tre dipinti, frutto di una collaborazione immaginaria a quattro mani tra Modigliani e Kisling, per i quali il falsario ha dovuto dare prova d’immaginazione e inventare uno stile intermedio ai due artisti.

Tuttavia, in quest’ultimo caso, la fantasia non ha avuto successo, poiché la provenienza, collezione Serguei Chtchoukine, indicata dal catalogo della mostra di Genova, si rivela tanto falsa quanto false sono queste opere.

Ne è prova la straordinaria retrospettiva sul collezionista russo, organizzata fino a marzo 2017 dalla Fondazione Louis Vuitton, in cui nessuna di queste tre opere ha preso parte così come sono assenti dall’inventario stabilito all’epoca, al momento dell’acquisizione ad opera dei bolscevichi.

Poiché il sito di Palazzo Ducale non mette online nessuna fotografia dei dipinti presentati nella mostra, è necessario spostarsi a Genova di cui si potrà ammirare anche il centro storico, di assoluta bellezza.


Il 14 luglio 2017, a seguito dell’accumulo di prove per l’accusa, i Carabinieri hanno proceduto alla chiusura anticipata per via giudiziaria della mostra « Modigliani » di Genova.

Comunicazione stampa del 20 luglio 2017

Chiusura anticipata per volontà della giudiziaria dell’esposizione di Modigliani a Genova

L’inchiesta sui falsi Modigliani-Kisling e sui falsi Kisling esposti al Palazzo Ducale di Genova intrapresa sotto l’egida del procuratore aggiunto Paolo d’Ovidio e dell’esperta Isabella Quattrocchi, dovrebbe far luce sui nuovi metodi dei super falsari per introdurre falsi e copie nel mercato dell’arte.

L’unico scopo è quello di commercializzare questa produzione e venderla impunemente. Per questi falsari tutti i mezzi sono validi: fabbricazione di provenienze, collezioni inventate, ignoranza dei titolari dei diritti e dei conservatori, persino la corruzione, la produzione di cataloghi, mostre nei musei di tutto il mondo…

In vista dei profitti attesi, niente è troppo costoso per approfittare delle debolezze del mercato dell’arte e della mancanza di coerenza delle leggi nazionali e internazionali. Ovviamente, tutto questo è possibile solo a causa del disinteresse mostrato dalle nostre istituzioni verso una delle grandi correnti dell’inizio del XX secolo, la Scuola di Parigi, di cui si sa poco e nulla e nessun evento su larga scala è stato organizzato da più di vent’anni. Questo fallimento comporta, ovviamente, ad una perdita di conoscenze e di punti di riferimento, di cui il pubblico e i centomila visitatori della mostra a Palazzo Ducale ne sono stati le vittime.

Affinché la verità venisse fuori, solo tre voci si sono alzate in protesta, tra cui quelle di Marc Restellini e Carlo Pepi. È ora di cambiare le leggi e di rendere gli esperti un elemento centrale per l’autenticazione.

Marc Ottavi

 

Per legittimate l’autenticità di queste opere contenziose, uno dei principali argomenti dei curatori è stato quello di basarsi su mostre precedenti in cui questi falsi dipinti erano stati esposti.

Tuttavia, i curatori sono stati attenti a non menzionare che questi precedenti erano sotto il controllo degli stessi committenti, e talvolta anche degli stessi curatori, come Rudy Chiappini, curatore della mostra di Seul nel 2015.

Dopo la chiusura anticipata dell’esposizione “Modigliani”:

di 54 quadri che portano la firma « Modigliani », 15 saranno sequestrati.

di 3 quadri che portano la firma « Modigliani-Kisling », 3 saranno sequestrati.

di 3 quadri che portano la firma « Kisling », 3 saranno sequestrati.

 

Leggi l’analisi storica, bibliografica e stilistica delle opere n. 34, 37, 38, 39, 40 e 41 presentata da Marc Ottavi alla corte di Genova nel marzo 2022.

 

Marc OTTAVI